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Le notti di Salem. Ediz. illustrata Copertina flessibile – Illustrato, 17 ottobre 2013
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa656 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreSperling & Kupfer
- Data di pubblicazione17 ottobre 2013
- Dimensioni12.3 x 4.8 x 19.5 cm
- ISBN-108868360810
- ISBN-13978-8868360818
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Dettagli prodotto
- Editore : Sperling & Kupfer; Illustrated edizione (17 ottobre 2013)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 656 pagine
- ISBN-10 : 8868360810
- ISBN-13 : 978-8868360818
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 12.3 x 4.8 x 19.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 4,071 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 1 in Narrativa sui vampiri
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Ne Le notti di Salem la storia inizia con Ben, scrittore, che decide di tornare nel luogo dove ha abitato da bambino, Jerusalem’s Lot o ‘Salem’s Lot, per esorcizzare un’esperienza che lo ha sconvolto e terrorizzato, avvenuta a casa Marsten, un edificio tenebroso, abbandonato dopo un terribile omicidio-suicidio.
In realtà in questo libro Stephen King non fa riferimenti solo all’opera di Bram Stoker, ma anche a un libro scritto da una donna, fonte di grande ispirazione per King: Shirley Jackson; e il libro in questione è L’incubo di Hill House (in questa edizione, nonostante sia nuova, il titolo del libro della Jackson è La casa degli invasati; io l’ho letto e ho capito subito il riferimento, ma credo che sarebbe meglio usare il titolo corrente).
I rimandi a entrambe le opere sono qualcosa di incredibile, non solo perché trovo affascinante leggere un libro che fa riferimento ad altri libri, ma anche perché credo sia difficile creare una storia facendo riferimento ad altre opere senza cadere nel ridicolo o nella scopiazzatura. Stephen King, con il suo secondo libro pubblicato, c’è riuscito, e c’è riuscito alla grande.
King ha creato una storia da brividi e non è un caso se il suo editore all’epoca gli disse che con questo libro la gente lo avrebbe considerato uno che scrive horror. Le notti di Salem mette un grado di angoscia piuttosto elevato, che di sicuro altri libri non mi hanno mai fatto provare. Mi ha suggestionato così tanto che qualsiasi rumore mi faceva saltare sul posto o accelerare i battiti del cuore, guardare fuori dalla finestra e vedere tutto buio mi agitava, starmene da sola in una stanza, pur sapendo che in un’altra stanza si trovava il mio compagno, non mi faceva stare tranquilla, proprio per niente.
Pensare che Le notti di Salem è il suo secondo libro è incredibile; rispetto a Carrie, che già era un’ottima opera, c’è un salto di qualità pazzesco a mio avviso e forse si nota il vero King, quello che ama perdersi nelle descrizioni degli ambienti, quello che “scrive in un certo modo”. Non fraintendetemi, non ci si annoia con questo libro, nonostante le descrizioni, nonostante lui si perda un po’, il fiato rimane sospeso non appena si entra nel vivo della storia.
Quando la vicenda de Le notti di Salem termina se ne apre una nuova, intitolata Jerusalem’s Lot. Questa breve storia è il precursore de Le notti di Salem, il vero inizio o l’inizio della fine. Questa parte è stata scritta in modo epistolare e ancora di più si notano i riferimenti al romanzo di Bram Stoker, però io, nonostante sia una parentesi interessante e che a un certo punto tiene incollato il lettore alle pagine, non l’avrei messa alla fine ma all’inizio, per non accantonare subito la storia de Le notti di Salem. Il libro andrebbe chiuso con la storia principale, non con questa, perché così, nel momento in cui lo chiudi, il terrore e l’angoscia ti resteranno appiccicati addosso ancora per molto, molto tempo.
Questa edizione (non so se tutte le edizioni di questo libro siano così costruite) racchiude al suo interno anche delle illustrazioni in bianco e nero che spesso trasmettono altrettanta angoscia, e alla fine ci sono delle parti eliminate. Devo dire che sono d’accordo con la maggior parte di queste eliminazioni, King si è esageratamente perso per strada o i dialoghi erano troppo dispersivi, ma c’è una scena in particolare che non andava modificata. La scena eliminata è spaventosa, veramente spaventosa e orribile. Talmente spaventosa che ho fatto fatica a leggerla. Talmente orribile che ho rischiato di avere i conati. Questa scena andava tenuta, andava assolutamente tenuta e non cambiata.
Se cercate un libro che vi trasmetta emozioni forti, se siete alla ricerca del brivido, Le notti di Salem è perfetto. Se siete facilmente suggestionabili ecco, meglio evitare. Se siete coraggiosi e non avete paura di nulla, be’, non leggetelo quando siete in casa da soli, e tantomeno di sera, quando fuori calano le tenebre, quando la notte si fa silenziosa, tranne che per rumori sinistri, quando le ombre si alzeranno minacciose e voi non avete modo di evitarle; anche i più coraggiosi se la faranno addosso.

Recensito in Italia il 28 febbraio 2019
Ne Le notti di Salem la storia inizia con Ben, scrittore, che decide di tornare nel luogo dove ha abitato da bambino, Jerusalem’s Lot o ‘Salem’s Lot, per esorcizzare un’esperienza che lo ha sconvolto e terrorizzato, avvenuta a casa Marsten, un edificio tenebroso, abbandonato dopo un terribile omicidio-suicidio.
In realtà in questo libro Stephen King non fa riferimenti solo all’opera di Bram Stoker, ma anche a un libro scritto da una donna, fonte di grande ispirazione per King: Shirley Jackson; e il libro in questione è L’incubo di Hill House (in questa edizione, nonostante sia nuova, il titolo del libro della Jackson è La casa degli invasati; io l’ho letto e ho capito subito il riferimento, ma credo che sarebbe meglio usare il titolo corrente).
I rimandi a entrambe le opere sono qualcosa di incredibile, non solo perché trovo affascinante leggere un libro che fa riferimento ad altri libri, ma anche perché credo sia difficile creare una storia facendo riferimento ad altre opere senza cadere nel ridicolo o nella scopiazzatura. Stephen King, con il suo secondo libro pubblicato, c’è riuscito, e c’è riuscito alla grande.
King ha creato una storia da brividi e non è un caso se il suo editore all’epoca gli disse che con questo libro la gente lo avrebbe considerato uno che scrive horror. Le notti di Salem mette un grado di angoscia piuttosto elevato, che di sicuro altri libri non mi hanno mai fatto provare. Mi ha suggestionato così tanto che qualsiasi rumore mi faceva saltare sul posto o accelerare i battiti del cuore, guardare fuori dalla finestra e vedere tutto buio mi agitava, starmene da sola in una stanza, pur sapendo che in un’altra stanza si trovava il mio compagno, non mi faceva stare tranquilla, proprio per niente.
Pensare che Le notti di Salem è il suo secondo libro è incredibile; rispetto a Carrie, che già era un’ottima opera, c’è un salto di qualità pazzesco a mio avviso e forse si nota il vero King, quello che ama perdersi nelle descrizioni degli ambienti, quello che “scrive in un certo modo”. Non fraintendetemi, non ci si annoia con questo libro, nonostante le descrizioni, nonostante lui si perda un po’, il fiato rimane sospeso non appena si entra nel vivo della storia.
Quando la vicenda de Le notti di Salem termina se ne apre una nuova, intitolata Jerusalem’s Lot. Questa breve storia è il precursore de Le notti di Salem, il vero inizio o l’inizio della fine. Questa parte è stata scritta in modo epistolare e ancora di più si notano i riferimenti al romanzo di Bram Stoker, però io, nonostante sia una parentesi interessante e che a un certo punto tiene incollato il lettore alle pagine, non l’avrei messa alla fine ma all’inizio, per non accantonare subito la storia de Le notti di Salem. Il libro andrebbe chiuso con la storia principale, non con questa, perché così, nel momento in cui lo chiudi, il terrore e l’angoscia ti resteranno appiccicati addosso ancora per molto, molto tempo.
Questa edizione (non so se tutte le edizioni di questo libro siano così costruite) racchiude al suo interno anche delle illustrazioni in bianco e nero che spesso trasmettono altrettanta angoscia, e alla fine ci sono delle parti eliminate. Devo dire che sono d’accordo con la maggior parte di queste eliminazioni, King si è esageratamente perso per strada o i dialoghi erano troppo dispersivi, ma c’è una scena in particolare che non andava modificata. La scena eliminata è spaventosa, veramente spaventosa e orribile. Talmente spaventosa che ho fatto fatica a leggerla. Talmente orribile che ho rischiato di avere i conati. Questa scena andava tenuta, andava assolutamente tenuta e non cambiata.
Se cercate un libro che vi trasmetta emozioni forti, se siete alla ricerca del brivido, Le notti di Salem è perfetto. Se siete facilmente suggestionabili ecco, meglio evitare. Se siete coraggiosi e non avete paura di nulla, be’, non leggetelo quando siete in casa da soli, e tantomeno di sera, quando fuori calano le tenebre, quando la notte si fa silenziosa, tranne che per rumori sinistri, quando le ombre si alzeranno minacciose e voi non avete modo di evitarle; anche i più coraggiosi se la faranno addosso.

In definitiva un libro molto bello che consiglio, godibile in quasi tutte le sue parti, ma con una trama che non sorprende.

In definitiva un libro molto bello che consiglio, godibile in quasi tutte le sue parti, ma con una trama che non sorprende.

Le notti di Salem è stato uno degli ultimo romanzi che ho letto di questo scrittore e, devo dire, che l'ho amato alla follia. Certo, ci ho messo un po' a finirlo (Quasi un mese) ma ne è valsa la pena. Il libro è suddiviso in due parti: la prima con il racconto della città di Salem's Lot, e la seconda con due racconti tratti da a volte ritornano (che lo scrittore aveva sfruttato come spunto per l'omonimo libro) che sono "Jerusalem's Lot" e "il bicchiere della staffa".
In questo romanzo ho trovato sfumature di vario genere: Horror, Thriller, avventura e ,anche s epochi lo crederebbero che sia uscito dalla penna di Stephen King, romantico.
Insomma, lo consiglio vivamente per chi vuole avere un primo approccio con Stephen King ma anche a chi lo ama per avere questo volume nella propria libreria Kinghiana.
Un ultimo consiglio: se avete appena finito di leggere un libro di King e non sapete come continuare, fidatevi, leggete questo senza nemmeno pensarci due secondi in più.
Ho preso questa opera così, spinto dalla curiosità dettata dalla fama dello scrittore più che dalla passione per il genere horror.
La sua ispirazione alla famosissima opera "Dracula" di Bram Stoker è molto evidente ed infatti in una nota dell' autore lo dice chiaramente. Ci sono ovviamente opportune differenze, con punti di arrivo molto differenti. Non è certo una copia come ho sentito dire in giro. Sicuramente molto bella e valida la tecnica della descrizione iniziale del posto in cui avvengono le vicende ( jerusalem's lot , cittadina del Maine). Descrive una giornata tipica nel Lot facendoti entrare proprio nello spirito della quotidianità del posto , facendoti vivere la "piattezza" e la "morte della spiritualità" del luogo. Forse un po'troppo lunga per i miei gusti.
In sostanza il libro mi è piaciuto, anche se a tratti l ho trovato scontato ed inutilmente lungo ( odio quando ci si dilunga inutilmente, ma è il mio punto di vista).
Quando ho acquistato il libro non sapevo che fosse una delle sue prime opere.
Sicuramente leggerò ancora altro dell' autore definito "il maestro del terrore".

Ho preso questa opera così, spinto dalla curiosità dettata dalla fama dello scrittore più che dalla passione per il genere horror.
La sua ispirazione alla famosissima opera "Dracula" di Bram Stoker è molto evidente ed infatti in una nota dell' autore lo dice chiaramente. Ci sono ovviamente opportune differenze, con punti di arrivo molto differenti. Non è certo una copia come ho sentito dire in giro. Sicuramente molto bella e valida la tecnica della descrizione iniziale del posto in cui avvengono le vicende ( jerusalem's lot , cittadina del Maine). Descrive una giornata tipica nel Lot facendoti entrare proprio nello spirito della quotidianità del posto , facendoti vivere la "piattezza" e la "morte della spiritualità" del luogo. Forse un po'troppo lunga per i miei gusti.
In sostanza il libro mi è piaciuto, anche se a tratti l ho trovato scontato ed inutilmente lungo ( odio quando ci si dilunga inutilmente, ma è il mio punto di vista).
Quando ho acquistato il libro non sapevo che fosse una delle sue prime opere.
Sicuramente leggerò ancora altro dell' autore definito "il maestro del terrore".

Consigliata!