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Gioco dunque sono. Filosofia del videogamer Copertina flessibile – 25 giugno 2020
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- ISBN-108869832554
- ISBN-13978-8869832550
- EditoreIl Nuovo Melangolo
- Data di pubblicazione25 giugno 2020
- LinguaItaliano
- Dimensioni11 x 1.3 x 16.5 cm
- Lunghezza stampa120 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : Il Nuovo Melangolo (25 giugno 2020)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 120 pagine
- ISBN-10 : 8869832554
- ISBN-13 : 978-8869832550
- Peso articolo : 100 g
- Dimensioni : 11 x 1.3 x 16.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 207,088 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 483 in Computer e videogiochi (Libri)
- n. 8,558 in Filosofia (Libri)
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- Recensioni dei clienti:
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Migliori recensioni
Recensioni migliori da Italia
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Consigliatissimo!
Ne consiglio la lettura per i novellini come me che vogliono imparare sulla storia dei videogiochi, o anche ai più esperti che vogliono riscoprirla.

Recensito in Italia il 5 agosto 2020
Ne consiglio la lettura per i novellini come me che vogliono imparare sulla storia dei videogiochi, o anche ai più esperti che vogliono riscoprirla.

La valutazione complessiva non è particolarmente alta poiché, per l'idea che mi ero fatta da introduzione e titolo (soprattutto sottotitolo), la mia intenzione era quella di utilizzarlo per una trattazione accademica (tesi, articoli, citazioni referenziate). Alcuni spunti (davvero pochi) si sono rivelati utilizzabili tuttavia quest'ultimi, in magra misura, sono stati corredati da una narrativa più valida esterna al libro.
In soldoni, è una lettura piacevole circa le esperienze di una persona in vari randomici giochi: non una "filosofia del videogamer" giacché di filosofico vi è ben poco tradendo le aspettative di titolo e sottotitolo. Inoltre la varietà di giochi citati è davvero poca (perlopiù titoli mainstream alla Diablo, AC, WoW) con poche righe risicate, senza approfondimento. E' più una divagazione nel viale dei ricordi dell'autore, fornendo qualche aggancio con altri titoli. Nella prospettiva ambizione di offrire informazioni su varie categorie di gioco si è finito col parlare di tutto e niente: in alcuni casi si è tentato di ricostruire la storia di un genere (peccando di informazioni nei restanti generi), risultando fallimentare nel tentativo di elargire qualche elemento di storia dei videogame di base. Naturalmente non ci sono riferimenti filosofici/scientifici/letterari di spessore (anzi, proprio assenti) se non un rimando al "penso dunque sono" dato unicamente dal titolo e forse (involontariamente) all'idea Huizinghiana del gioco (come una cosa seria).
Se l'intento era fornire una finestra su vari videogiochi a casaccio, l'idea migliore che possa venire è giocarli di persona e non affidarsi a questo titolo.
Se era costruire una documentazione fondante per taluni generi, per la pecca di notizie supportate scientificamente e non, è fallimentare,
Naturalmente anche il fronte "industria del videogame/software" è assai carente.
Personalmente avrei diviso la trattazione in vari generi (identificabili in capitoli), ogni capitolo (genere) avrebbe dunque riportato una scelta di Numero X Videogame (tra vecchi e nuovi) e probabili agganci e connessioni con filosofi e filosofie (per fare un esempio avrei parlato della filosofia che sottende il nichilismo di Nier:Automata ma si è preferito glissare - in questo testo - sui pantaloncini di Lara Croft e su quanti adolescenti l'abbiano ringraziata in sogno).
Insomma, è un libro da leggere unicamente per ozio, senza infamia ma soprattutto senza lode.

Recensito in Italia il 27 settembre 2022
La valutazione complessiva non è particolarmente alta poiché, per l'idea che mi ero fatta da introduzione e titolo (soprattutto sottotitolo), la mia intenzione era quella di utilizzarlo per una trattazione accademica (tesi, articoli, citazioni referenziate). Alcuni spunti (davvero pochi) si sono rivelati utilizzabili tuttavia quest'ultimi, in magra misura, sono stati corredati da una narrativa più valida esterna al libro.
In soldoni, è una lettura piacevole circa le esperienze di una persona in vari randomici giochi: non una "filosofia del videogamer" giacché di filosofico vi è ben poco tradendo le aspettative di titolo e sottotitolo. Inoltre la varietà di giochi citati è davvero poca (perlopiù titoli mainstream alla Diablo, AC, WoW) con poche righe risicate, senza approfondimento. E' più una divagazione nel viale dei ricordi dell'autore, fornendo qualche aggancio con altri titoli. Nella prospettiva ambizione di offrire informazioni su varie categorie di gioco si è finito col parlare di tutto e niente: in alcuni casi si è tentato di ricostruire la storia di un genere (peccando di informazioni nei restanti generi), risultando fallimentare nel tentativo di elargire qualche elemento di storia dei videogame di base. Naturalmente non ci sono riferimenti filosofici/scientifici/letterari di spessore (anzi, proprio assenti) se non un rimando al "penso dunque sono" dato unicamente dal titolo e forse (involontariamente) all'idea Huizinghiana del gioco (come una cosa seria).
Se l'intento era fornire una finestra su vari videogiochi a casaccio, l'idea migliore che possa venire è giocarli di persona e non affidarsi a questo titolo.
Se era costruire una documentazione fondante per taluni generi, per la pecca di notizie supportate scientificamente e non, è fallimentare,
Naturalmente anche il fronte "industria del videogame/software" è assai carente.
Personalmente avrei diviso la trattazione in vari generi (identificabili in capitoli), ogni capitolo (genere) avrebbe dunque riportato una scelta di Numero X Videogame (tra vecchi e nuovi) e probabili agganci e connessioni con filosofi e filosofie (per fare un esempio avrei parlato della filosofia che sottende il nichilismo di Nier:Automata ma si è preferito glissare - in questo testo - sui pantaloncini di Lara Croft e su quanti adolescenti l'abbiano ringraziata in sogno).
Insomma, è un libro da leggere unicamente per ozio, senza infamia ma soprattutto senza lode.

