La porta del male. The Blackwood tapes

L'agente dell'FBI Odessa Hardwicke subisce un duro colpo quando, durante un'operazione piuttosto delicata, si trova costretta a sparare al suo collega e superiore perché sta per uccidere una bambina. Da quel momento la sua vita va in pezzi, e si ritrova coinvolta, suo malgrado, in un caso oscuro e occulto, che ha radici antiche (fin dal 1500). Ad aiutarla ci sarà un misterioso e affascinante inglese, John Blackwood, che cambierà la sua vita e la sua percezione del mondo, sia reale che sovrannaturale. Ennesimo capolavoro del maestro Guillermo Del Toro. Una storia oscura, dark e carica di azione e adrenalina, che mischia il paranormale al thriller. L'autore ha dato vita non solo a una storia affascinante, ma ha creato personaggi seducenti di cui poi senti la mancanza a libro finito. L'epilogo è molto aperto, e ritengo che questo sia solo l'inizio di una saga più ampia, per cui credo che ci saranno ulteriori capitoli che spiegheranno il procedere delle sorti dei protagonisti (se è così, non vedo l'ora di leggerli). Del Toro ha una visione ben precisa del mondo sovrannaturale - per alcune circostanze specifiche ha dovuto effettuare delle ricerche, come spiega in una nota a inizio testo - ma riesce a non rendere pesante e tedioso questo universo, anzi, il fatto di mischiare il paranormale a qualcosa di estremamente concreto come un'indagine dell'FBI, dà alla storia un'impronta interessante, che rende il libro molto scorrevole. Pur essendo scritto a “quattro mani”, con l'aiuto dell'autore Chuck Hogan, il cambio di mano si percepisce a stento, perché gli stili risultano bene amalgamati tra loro e la narrazione si presenta abbastanza omogenea. Per i fan di Del Toro e del paranormal mistery, questa è una chicca che non può di certo mancare nella propria libreria. Consigliatissimo.